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Obiettivo: Il test della flessibilità accomodativa standard, utilizzando lenti +/- 2,00 D a 40 cm, sottolinea una proporzione molto diversa dell’ampiezza disponibile per un paziente di 10 anni con un’ampiezza accomodativa binoculare di 12 D e un paziente di 35 anni con un’ampiezza binoculare di 5 D. Questo potrebbe spiegare perché la ricerca che utilizza soggetti adulti non è riuscita ad associare una ridotta capacità accomodativa con i sintomi.

  • Al variare dell’età varia anche l’ampiezza accomodativa, pertanto lo stesso stimolo accomodativo non può essere proposto ad un bambino e ad un adulto poiché il risultato del test non sarà proporzionale; inoltre il test non avrà la stessa capacità di distinguere fra utenti sintomatici e asintomatici. 

Metodi: Per 19 soggetti adulti con normali ampiezze accomodative, in relazione all’età, la flessibilità accomodativa è stata misurata con il test standard (+/- 2,00 D a 40 cm) e 36 combinazioni sperimentali di stimoli del test, per distanza e per lente, in base all’ampiezza accomodativa di ogni individuo. In uno studio con design cieco, questi risultati sono stati confrontati con i punteggi dei sintomi, quantificati da un questionario sulla qualità della vista a 9 item.

  • Design a cieco o a doppio cieco consentono di eliminare dal risultato del test le aspettative dell’esaminato o le aspettative dell’operatore o entrambe, in modo che il dato ultimo risulti più affidabile.
  • Quando si parla di sintomi è sempre buona pratica annotarli non in modo qualitativo come nella classica anamnesi, ma in modo quantitativo attraverso i questionari psicometrici.

Risultati: La relazione più forte tra flessibilità e sintomi era per l’intervallo 75% della distanza di lettura / 30% dell’ampiezza accomodativa (p = 0,0216), con altre sei combinazioni significative. La combinazione di test standard non ha differenziato in modo significativo i soggetti sintomatici da quelli asintomatici (p = 0,1 515). La combinazione del 45% della distanza di lettura / 30% dell’ampiezza accomodativa era significativamente correlata al punteggio dei sintomi (p = 0,0315; r = -0,47603).

Conclusioni: Il test della flessibilità in relazione all’ampiezza fornisce la stessa percentuale di distanza del test e la stessa gamma di ampiezza stimolata per tutti i pazienti. La combinazione di test 45%/30% differenzia meglio i soggetti sintomatici da quelli asintomatici rispetto al test standard (+/- 2,00 D a 40 cm) ed è quella che suggeriamo per future indagini cliniche. È necessario prestare attenzione quando si testano pazienti sintomatici per un lungo periodo di tempo, in quanto possono compensare facendo affidamento su un comportamento predittivo durante il test della flessibilità accomodativa altamente ripetitivo, ottenendo così una risposta più rapida.

  • Spesso è necessario ricalibrare i test che utilizziamo per ottenere risultati più affidabili e veritieri come nel caso della flessibilità accomodativa.

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